Il Prié Blanc della Cave Mont Blanc

 

Nel 1983, sulle ceneri dell’ Association des Viticulteurs, è stata fondata la Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle.

Una produzione media di 140.000 bottiglie su 18 ettari vitati, 4 gestiti direttamente dalla cooperativa (2000 mq di proprietà) e la restante parte di proprietà dei soci che conferiscono l’uva.

La prima etichetta della vasta gamma prodotta è proprio questa: ovviamente Prié Blanc in purezza.

Color platino con leggere sfumature verdoline.

Al naso è molto vegetale, erboso, con sentori di ramo di pomodoro, di pesca bianca non ancora matura, sfumature di pietra e quasi iodato.

Un sorso fresco, di spiccata acidità e con delicate fragranze agrumate, in particolare di lime, e citrine. Leggere note salate ed amare accompagnano la chiusura.

Vendemmi 2019, 11,5% vol.

Altre info sulla cantina le trovate qui: Il nostro vitigno | Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle

Questo è stato il secondo assaggio della serata di degustazione di Blanc de Morgex et de La Salle. Il racconto del primo lo trovate qui: Piero Brunet ed il suo Blanc de Morgex | per un bicchiere

Abbiamo raccontato altro della cantina più grande di Morgex:

GLACIER: Prié Blanc – Cave Mont Blanc | per un bicchiere

 

 

Piero Brunet ed il suo Blanc de Morgex

L’ Azienda Vitivinicola nasce nel 1985 quando Piero Brunet rileva i vigneti di famiglia e acquista una parte dei vigneti del “Curé Bougeat”, il promotore della coltivazione del Blanc de Morgex negli anni ’60.

L’attività è a conduzione familiare: oltre al signor Piero contribuiscono alla lavorazione delle vigne, dell’uva e del vino, la moglie Rosina e le due figlie Ilaria e Monica.

Il prodotto ottenuto è realizzato seguendo il sistema tradizionale ma usando macchinari ad alta tecnologia, seguito personalmente dal grappolo alla bottiglia e rispettando le misure agroambientali per la riduzione dei trattamenti antiparassitari.

La superficie vitata raggiunge i 5000 mq e i vigneti sono a pergola bassa, con impalcatura tradizionale in legno o pietra.

3000 le bottiglie di Blanc prodotte ed una l’abbiamo stappata noi.

Un colore molto molto chiaro con leggeri riflessi verdi.

Al naso ricco di fiori e note minerali, profumi del bosco, pietra focaia e mela verde, la Granny Smith. Leggeri ricordi di lievito.

In bocca escono note fruttate, melone bianco, pera e la succosità dell’uva. Un sorso minerale e con una vena acida molto ben integrata.

Vendemmia 2019, 11,5% vol. Bravo Piero!

Qui avevamo assaggiato la vendemmia 2014: Brunet Piero ed il suo Blanc de Morgex | per un bicchiere

Qui potrete trovare maggiori informazioni sull’azienda: azienda vitivinicola brunet piero (aziendabrunet.blogspot.com)

 

Zamuner, il più francese tra gli italiani

La storia di Zamuner inizia negli anni ’80 quando il fondatore Daniele, direttore all’estero per la FRO (Fabbriche Riunite Ossigeno – bollicine erano ma non quelle in bottiglia!), ha avuto il coraggio e la determinazione di realizzare sulla collina morenica e calcarea di Sona lo Champagne oggi considerato il “più francese tra gli italiani”. Durante un suo viaggio in Francia alla fine degli anni ‘70 questo personaggio non senza un pizzico di follia si reca all’Istituto Enologico della Champagne e si fa rivelare i segreti della “mèthode champenoise”. L’Ingegnere ha dato prova di grandi capacità dal momento che non aveva alcuna tradizione enologica familiare, né alcuna esperienza o formazione specifica, ma è riuscito a costruirsi un personale percorso imprenditoriale che, oggi, pone il marchio Zamuner nelle alte sfere del panorama spumantistico italiano. Una passione che lo ha portato ad interessarsi, a domandare e a curiosare comprendendo da subito che in quei terreni morenici e calcarei che aveva a disposizione, o faceva un anonimo Bianco di Custoza DOC o si metteva a produrre contro corrente “bollicine” proponendo vini spumanti unici che rimangono per lungo tempo sui lieviti, affinché il Pinot Nero (il carattere e la longevità) e il Pinot Meunier (l’eleganza), con cui sono in gran parte realizzati, sprigionino tutte le loro peculiarità. Zamuner infatti utilizza per le proprie bollicine solo Pinot Noir, Pinot Meunier (uve non autoctone) e Chardonnay. Le bollicine di Zamuner vedono esclusivamente vetro, un elemento non trascurabile per la qualità di questo prodotto così come la scelta di Daniele, e ora della figlia Alessandra, di utilizzare solo le uve coltivate in azienda. Alessandra Zamuner oggi porta avanti la cantina quale amministratrice della società ed è fortemente convinta di continuare la filosofia del padre: privilegiare la qualità, non la quantità. Una produzione che con 4 ettari a vigneto si assesta dalle 30.000 alle 40.000 bottiglie a seconda della resa annuale condizionata dalle condizioni atmosferiche. Nel segno della tradizione voluto da papà Daniele quest’anno sono state impiantate 700 barbatelle di Pinot Nero e Chardonnay che andranno ad aumentare la produzione di questa eccellenza nel panorama enologico nazionale e internazionale.

Le tipologie realizzate da Zamuner sono 4 e così ce le ha raccontate Alessandra:

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Cà Rovere: ecco il suo Rosé

Eccoci qui con un metodo classico brut rosé di Cà Rovere, 70% Chardonnay e 30% Garganega della vendemmia 2014 con 60 mesi di affinamento sui lieviti.

Ma come possono due uve a bacca bianca dare un rosato? Semplice, la liqueur d’expedition è a base di Pinot Nero.

Un bel colore rame chiaro con bolla molto fine e veloce.

Al naso agrumi arancioni, ribes, nocciole e sbuffi di zolfo.

Fresco in bocca: la liqueur caratterizza il sorso con note di fragola e ribes. La vena acida esce moderatamente ed è molto piacevole. Finale quasi sapido e con un gradevole amaro.

Il nostro secondo assaggio di Ca Rovere che ne conferma la bontà dei prodotti 🍾🍾🍾

Qui puoi scoprire il primo: Blanc de Blanc di Cà Rovere | per un bicchiere

Qui le informazioni sulla cantina: Cà Rovere | Metodo Classico dei Colli Berici (carovere.it)

Bollinger Rosé: un’esperienza da provare

Champagne Bollinger,
Maison storica, fondata nel 1829 ad Ay, comune situato nella Vallée de la Marne e noto per saper dare uve Pinot Nero di particolare qualità. Requisito essenziale per fare uno Champagne Rosé capace di stupire per finezza ed eleganza è quello di utilizzare nell’assemblaggio un grande vino rosso: direi che qui è stato fatto proprio un bel lavoro. Composto da un blend di 62% di Pinot Nero, 24% di Chardonnay e 14% di Pinot Meunier. La vinificazione in rosato è realizzata secondo la pratica dell’assemblage, ossia l’aggiunta di una quota di vino rosso pari al 5% (rileggere la parte sopra su come fare un grande Champagne Rosé), di cui la maggior parte proveniente da Grand Cru e Premier Cru. La rifermentazione in bottiglia dura almeno 36 mesi.
Si presenta rosa antico con bollicine molto fini ed inesauribili.
Il profumo si compone di una parte fruttata, di fragole e mirtilli, poi ribes, tutti in fase matura, e di una parte legata alla lievitazione nella quale escono note di pasta frolla e crema. Chiudono sbuffi di mandorla.
In bocca piace molto: su tutto i frutti rossi succosi ed una buona cremosità. Contemporaneamente fresco e pieno. Chiude lungo nell’amaro secco della mandorla.
Non è una bottiglia per tutti i giorni, almeno per noi, ma è stata davvero una gioia poterla stappare 🍾🍾😍😍
Qui trovate tutte il informazioni sulla cantina: Bollinger Champagne (champagne-bollinger.com)
Siete curiosi di leggere le nostre “note veloci” su altri champagne che abbiamo avuto il piacere di assaggiare? Seguite questi link: Cuvée 741 di Jacquesson | per un bicchiere

Il Sorbara in Metodo Classico – Cantina Zucchi

Ecco l’ultima carta vincente giocata da Silvia di Cantina Zucchi: un Lambrusco di #Sorbara in purezza, metodo classico, con 26 mesi sui lieviti e non dosato 😍😍.

Breve criomacerazione di 12 ore per avere un mosto di grande qualità.

Fermentazione alcolica e malolattica anticipano l’evoluzione in bottiglia.

Di colore rubino acceso, luminoso, quasi brilla.

Il profumo porta subito la mente ai piccoli frutti rossi del bosco, ribes e more. Poi ciliegia.

Freschezza ampia già al naso che non manca di entrare quasi prepotente in bocca. La piccola ma intensa polpa dei frutti rossi, accompagnata dalla propria vena acida, colma il palato in un sorso fresco e quasi sapido.

Va giù che è un piacere..

Un’altra etichetta molto interessante e da segnarsi tra gli assaggi da fare.

Altro colpo messo a segno dalle Vignaiole 2.0 👏🏻👏🏻👏🏻

Tutte le informazioni su Cantina Zucchi le trovate qui: Cantina Zucchi: Bollicine Modenesi | San Prospero, Modena (vinizucchi.com)

Qui invece trovati i nostri assaggi: LAMBRUSCO DI SORBARA Silvia Zucchi | per un bicchiere

E qui Silvia si racconta: Silvia Zucchi di Cantina Zucchi | per un bicchiere

Dall’Austria il Riesling di Gruber

La famiglia Gruber lavora la vigna dal lontano 1814 anche se fino alla metà del secolo scorso il vino era per lo più usato per il consumo privato. Nel 2012 la svolta: i nipoti del fondatore, i fratelli Ewald , enologo, Maria, al commerciale e Christian che segue le vigne, decidono di cambiare registro con un processo verso la qualità in tutti i suoi passaggi, dalla conversione di tutte le vigne al biologico, alla vinificazione separata delle singole parcelle con il motto “qualità non quantità”. Questa è la filosofia dei Gruber, tra i maggiori interpreti della Weinviertel che, pur essendo un’area molto estesa, trova nel piccolo villaggio di Röschitz uno dei migliori risultati qualitativi che, con il millesimo 2016, ha tutti i suoi vini certificati da agricoltura biologica.

Qui c’è un Riesling di
Weingut Gruber Röschitz in purezza maturato su giovani viti che crescono sui suoli rocciosi di Roschitz, un piccolo villaggio della Bassa Austria, e vendemmiato manualmente. Fermentazione alcolica in vasche di acciaio con leggera macerazione. Ancora alcuni mesi in acciaio per l’affinamento.
Un giallo brillante con leggere sfumature di grano dorato. Read More “Dall’Austria il Riesling di Gruber”