Rothbeer e la WIT che si volatilizza

 

Wit beer di RothBeer: mi è piaciuta molto.

Naso di spezie, di arancia e profumi verdi. Il coriandolo molto evidente.

Sorso fresco, equilibrato, molto beverino e quasi astringente.

Questa White Space segue la ricetta tradizionale belga, con l’utilizzo di uno “speciale malto essiccato a bassa temperatura” (🤔 quale sarà mai???) e luppolo Herbsbrucker.

Si è volatilizzata con estrema facilità..

Qui il link per conoscerli meglio: Rothbeer Kraft sörök – Távoli Galaxis | Rothbeer Távoli Galaxis

Milk Stout? New York Mocaccino fa per voi

Ecco NEW YORK MOCACCINO di Mad Scientist.
Una Milk Stout preparata con granella di cacao, caffè in grani, cioccolato fondente al 90% e baccelli di vaniglia del Madagascar. Orzo e fiocchi d’avena.
Due luppoli, East Kent Goldings e Magnum. Ovviamente c’è anche il lattosio 😉.
6,6 gradi che si fanno bere bene e con estremo piacere.
Molto buona la cremosità in bocca.
Se non vi fate travolgere dalla voglia incontenibile di berla tutta subito, riuscirete a trovarli tutti gli ingredienti, più o meno nascosti, che compongono questa birra.
Vi piace il genere? Allora non fatevela scappare 👍🏻👍🏻
Volete conoscere anche un Robust Porter? Eccola: Lo scienziato matto e la sua ROBUST PORTER | per un bicchiere
Qui trovate tutto sul birrificio: Home – Mad Scientist

BOIA BREWING COMPANY: tutto da scoprire

 

Abbiamo chiesto ai ragazzi di BOIA di raccontarci la loro storia e le loro birre e lo hanno fatto così:

“BOIA più che un birrificio è un concept che nasce a 4 mani tra la provincia di Varese e la Val d’Ossola nella primavera del 2020.

Un’idea assoluta nata dalla volontà di lanciare un beerfirm tra i 4 fondatori, Gabriele, Fabio, Matteo e Gianpaolo, 4 teste unite dalla stessa passione e dalla voglia di stupire.

Perché Boia? In molti se lo sono chiesto, alludendo anche a ideologie politiche che mai abbiamo minimamente voluto perseguire e dalle quali ci teniamo a prendere le distanza, sempre. Boia infatti nasce come imprecazione per eccellenza di quel 2020 assurdo, e per noi, che siamo nati in quest’anno nefasto, quale miglior termine per descriverne la sua memoria incancellabile?
Successivamente e in corso d’opera abbiamo deciso però di collegare BOIA alla figura professionale incaricata dell’esecuzione delle pene di morte e delle torture cercandola di reinterpretare con etichette che avessero un nesso “ilare” con le birre che produciamo e che raccontassero sempre questi strumenti e la loro leggenda. La filosofia produttiva è fortemente legata ai canoni nord europei: hazy, easy & juice. Hazy, nebulose velature, Easy, beva incredibile e Juice, succhi di frutta d’orzo. Il pay off è semplice e diretto, “We don’t accept responsabilities for our beers” a voi la scelta!
Da Dicembre 2020, Boia è seguita esclusivamente da Gianpaolo e Matteo, per cui svanita la possibilità di crearne una beerfirm, si presenta ufficialmente come spin-off del Birrificio Balabiott, di cui Matteo, Gianpaolo e Michele ne sono proprietari.

Ed ecco qui le birre, 5 etichette che colpiscono sicuramente lo sguardo del consumatore e che si fanno riconoscere tra le altre.

Read More “BOIA BREWING COMPANY: tutto da scoprire”

Marziano ed il suo Prié Blanc

 

Marziano Vevey ha iniziato a produrre vino nel 1981 in seguito alla prematura scomparsa del padre, a soli 52 anni. Portando avanti il suo sogno e la sua preziosa eredità, aumentò la superficie vitata e la produzione di bottiglie.

La Crotta de la Meurdzie racchiude nei suoi 250 mq di superficie tutto ciò che serve per produrre ad oggi circa 4000 bottiglie di BLANC DE MORGEX ET DE LA SALLE DOC.

Con i nuovi impianti di quest’anno l’azienda lavora circa un ettaro di vigneto, parte di proprietà e parte in affitto, diviso in 14 parcelle.

Il progetto futuro sarà l’entrata in azienda di Samuele, nipote di Marziano, che ha frequentato l’Institut Agricole Regional ad Aosta e preso il diploma professionale di Tecnico Imprenditore Agricolo a San Michele all’Adige in Trentino.

A lui saranno consegnate le redini di questa piccola azienda che finora è stata un “hobby” di famiglia.

Sesto ed ultimo assaggio della nostra serata (solo per una questione alfabetica) questo blanc mostra nella sua trasparenza una nuance paglierina.

Al naso note fruttate di mela golden e delicate di tè OOlong, Poi leggeri richiami alla panificazione, al pane di segale, alla crosta dorata e quasi tostata.

Un sorso intenso e ricco nel quale si riaffaccia la frutta accompagnata da crostini di pane e frutta secca. Una nota minerale leggera e ben integrata. Si ha la sensazione di una lunga sosta sulle bucce e che sia stata svolta la malolattica (a questo magari ci potrà dare conferma o meno il produttore).

Un finale generoso e particolare nel quale fanno capolino note elevate, importanti, calde, quasi a ricordare il nobile distillato francese.

Una bottiglia molto interessante.

Vendemmia 2019, 11,5% vol

Andremo sicuramente a trovare Marziano e Valeria  per condividere con loro questo nostro assaggio.

Nel frattempo provate a scoprire di più: Crotta de la Meurdzie di Vevey Marziano | Facebook

Qui gli altri assaggi della serata:

Il Prié Blanc di Vevey Albert | per un bicchiere

Il Prié Blanc di Ermes Pavese | per un bicchiere

Il Prié Blanc di Carlo Celegato | per un bicchiere

Il Prié Blanc della Cave Mont Blanc | per un bicchiere

Piero Brunet ed il suo Blanc de Morgex | per un bicchiere

E’ stata la prima degustazione organizzata da noi e non sarà l’ultima: per questa abbiamo coinvolto amici, enotecari ed un enologo. Mica male!

Altre sorprese ci aspettano, continuate a seguirci!

Il Prié Blanc di Vevey Albert

 

L’azienda vitivinicola Maison Vevey Albert, situata nell’Alta Valle d’Aosta, alle pendici del Monte Bianco, è condotta dai fratelli Vevey che coltivano il loro Prié Blanc per il “Blanc de Morgex et de La Salle” ad un’altitudine di 1000-1100 metri s.l.m.

Fondata nel 1968 da Albert Vevey, pioniere della vitivinicoltura in Valdigne, coltiva vigneti di famiglia in Morgex e altri di proprietà del suocero in La Salle (1 ha di proprietà e 0,5 ha in affitto).

Albert, primo Presidente dalla costituenda “Association des Viticulteurs de Morgex” nei primi anni ’70, nel 1986 lascia l’Association per presentarsi al pubblico con la propria etichetta, nella quale appare un rimaneggiamento di un vecchio quadro di famiglia da parte del pittore Loggia.

Nel 1990 ne raccolgono l’eredità i figli Mario (Veterinario) e Mirko (Guardia Forestale) dedicando l’azienda di famiglia alla memoria del padre, coadiuvati dalla madre Adriana e dalle rispettive famiglie.

Una produzione annua di 10.000 bottiglie divise su 3 etichette: il classico, il Blanc Flapi ottenuto da uve stramature ed un metodo classico (1000 bottiglie uscite nel 2018 ed un nuova uscita prevista con la vendemmia 2020).

Durante la nostra serata dedicata a questo vitigno abbiamo assaggiato il classico.

Un bel paglierino pallido alla vista.

Dal calice salgono note fiorite di glicine e fruttate di pera. A seguire note che riportano alla memoria idrocarburi e pietra focaia.

Il sorso si presenta sapido e amaro, con espressioni agrumate, di chinotto, poi una percepibile nota di paglia. Nell’esteso finale appare una piacevole nota di amaretto.

Vendemmia 2019. 12% vol.

Questo è stato il quinto assaggio, qui trovi i precedenti:

Piero Brunet ed il suo Blanc de Morgex | per un bicchiere

Il Prié Blanc della Cave Mont Blanc | per un bicchiere

Il Prié Blanc di Carlo Celegato | per un bicchiere

Il Prié Blanc di Ermes Pavese | per un bicchiere

Volete sapere qualcosa di più? Cliccate qui: Viticulteurs Encaveurs Vallée d’Aoste – Scheda associato Maison Vevey Albert (vievini.it)

Ci manca ancora un’etichetta per concludere la serata: la racconteremo nei prossimi giorni.

Il Prié Blanc di Ermes Pavese

 

Ermes Pavese produce vino dal 1999 ma si è trasformata in un’attività a tempo pieno nel 2010.

In questi anni si sono inseriti in azienda i figli Nathan, che affianca Ermes con la sua piccola azienda di patate e farine di montagna, e Ninive, che segue la parte economica dell’azienda in contemporanea agli studi universitari.

La produzione è di circa 35.000 bottiglie annue.

7 gli ettari vitati divisi in 150 parcelle, circa 2 di proprietà ed il restante in affitto.

L’azienda produce 10 etichette compresa una grappa: questa è la prima.

Un paglierino pallido con lampi verdolini sono un premio per la vista.

Il naso nel calice scopre una velata nota minerale che anticipa i piccoli fiori bianchi dei prati di montagna. Seguono sbuffi leggeri di erba bagnata dalla rugiada ed una fine complessità del sottobosco.

La bocca accoglie il sorso piacevolmente ruvido e secco. Al primo impatto una nota aspra esplosa dalla scorza di limone che viene seguita in modo ben amalgamato da sentori lievi di corteccia e di radice di liquirizia. La vena minerale c’è, estensa e lunga, in un impeccabile equilibrio.

Vendemmia 2019. 12% vol.

Molto buono.

Con questo arriviamo a 4 espressioni del Prié Blanc, qui puoi scoprire gli altri 3 (e ne mancano ancora 2..):

Piero Brunet ed il suo Blanc de Morgex | per un bicchiere

Il Prié Blanc della Cave Mont Blanc | per un bicchiere

Il Prié Blanc di Carlo Celegato | per un bicchiere

Maggiori informazioni sulla cantina le potete trovare qui: Ermes Pavese – Vini Blanc de Morgex et de la Salle Valle d’Aosta – il sito ufficiale

 

Il Prié Blanc di Carlo Celegato

 

E’ arrivato il momento di Carlo Celegato e della sua interpretazione del Prié Blanc.

L’azienda è nata nel 1986; i 1800 mq di vigneti, tutti di proprietà e piantati tra il 1965 e il 1991, vengono lavorati dal sig. Carlo e dalla moglie mentre il resto dei membri della famiglia dà il proprio contributo nella fase dell’imbottigliamento.

Una produzione di 1200 bottiglie di un’unica tipologia distribuite quasi totalmente sul territorio regionale valdostano.

L’azienda segue le regole agroambientali evitando i diserbi e riducendo al minimo i trattamenti.

La vinificazione effettuata in modo artigianale riempi il calice di un color paglierino molto pallido.

I profumi leggeri portano alla mente il fieno, i prati, i fiori di camomilla. Poi note quasi terrose, di sottobosco. Selvatico e vegetale.

La buona spinta acida apre il sipario del palato: ritornano le nuance di fieno e di sottobosco che virano al salir della temperatura in mela golden e ananas ancora acerbi.

Questa è stata la terza bottiglia della serata di assaggio del Blanc de Morgex et de La Salle.

La prima: Piero Brunet ed il suo Blanc de Morgex | per un bicchiere

La seconda: Il Prié Blanc della Cave Mont Blanc | per un bicchiere

Qui trovate maggiori informazioni: Viticulteurs Encaveurs Vallée d’Aoste – Scheda associato Celegato Carlo (vievini.it)

Le bottiglie assaggiate durante la serata sono state 6, continuate a seguirci ..