BVL – il Bovale di Quartomoro

Quartomoro di Sardegna nasce come cantina didattica di Piero Cella, substrato sperimentale e di ricerca dell’enologo; si pone come fabbrica di idee, di esperienze sulla viticoltura e l’enologia sarda. L’intreccio di rapporti professionali e sociali produce una serie di prodotti derivanti dalle uve, che mirano ad essere le pietre miliari della produzione sarda.

Ricordo ancora l’odore settembrino dell’Enopolio di Arborea… un mix di uva, mosto e vinaccia. Non era un bel periodo, perché mio padre sarebbe stato molto assente. I torchi, le pigiatrici, le vasche e le botti fanno parte della memoria enoica; penso e mi confermano in tanti, che fosse tutto un grande progetto, frutto della razionalità, a volte dei limiti culturali, dell’incoscienza, ma del tempo trascorso e delle idee metabolizzate da grandi uomini del vino…

Oggi, in Arborea, trasformiamo le uve con grande semplicità, affiancando e accompagnando la natura in silenzio e con grande rispetto. Vinifichiamo autentiche perle viticole, con l’intento di metterne in evidenza le note varietali. Quando un vino non segue l’iter regolare è per me sempre una sconfitta, una grande delusione… una canzone disturbata da una stonatura e Luciana e io, cantinieri plasmatori delle nostre bottiglie, proviamo ad ottenere una sinfonia regolare, senza cercare gli accenti e le forzate perfezioni organolettiche, ma l’essenza dell’uva di Sardegna.”

Piero Cella, con queste parole, riesce a trasmettere la passione, le emozioni e l’amore per la terra, per la natura e per la vigna: ha aperto il famoso cassetto e con fatica ha creato la sua azienda che continua, giorno dopo giorno, sfida dopo sfida, a produrre dei veri tesori enologici, vini che sono la chiara espressione della terra sarda.

Piero Cella e Luciana Baso

Quartomoro di Sardegna vuol essere un intreccio di vite, di esperienze e di culture, così come il luogo in cui nasce: Arborea, testimonianza viva della sinergia tra sardità e continentalità, e la Sardegna, terra con una biodiversità tra le più interessanti d’Europa

Qualche settimana fa abbiamo raccontato un Vermentino, oggi tocca al BOVALE, un Vitigno a bacca nera, importato dagli Spagnoli. Questa tipologia definita poi anche Bovale grosso, detto di Spagna, si distingueva dal Bovale piccolo, detto Bauleddu. La sua diffusione in Sardegna è limitata a circa 27 ettari, presenti soprattutto nel Terralbese, su terreni sabbiosi, molti su piede franco. La pianta non è molto vigorosa, predilige allevamento a media espansione con potatura media e corta. La produzione è abbondante, ma non costante. La maturazione dei frutti allevati su alberello avviene entro la seconda decade di settembre. Un vino rosso poco diffuso, probabilmente perché solo la maturità della vite e la bassa produzione per ceppo possono far esprimere le doti di questo grande rosso.

BVL, nella linea Memorie di Vite, nasce da un vigneto del 1925 franco di piede sito a Marrubiu-Terralba (terreno sabbioso nell’Alto Campidano) allevato ad Alberello, condizioni ideali per ottenere buone concentrazioni polifenoliche e ricchezza estrattiva. 50 Q.li/ha vendemmiati manualmente in cassette. Le uve pigiate e diraspate trascorrono 7 giorni in macerazione con lieviti autoctoni prima di riposare per 6 mesi tra acciaio e barriques di 4° passaggio e ulteriori 6 mesi in bottiglia.

Granato e limpido, senza sfumature.
Trito di erbe aromatiche, timo e salvia su tutte, erica piegata dalla brezza marina. Il frutto rosso, non dominante, si esprime con le note della prugna e del melograno.
Leggerissimo cuoio e fumo di tabacco dolce. Velo balsamico.
Un sorso delicato e lungo nel quale si manifesta un territorio legato al mare, minerale, un’onda che porta sensazioni moderatamente tanniche e avvolte in una miscela creola. Misurato nella struttura e lungo nella presenza.
Isola dei Nuraghi. Vendemmia 2019. 13,5% vol.

Tante altre informazioni sul sito Quartomoro: vini e spumanti dalle vigne della Sardegna

Se voi scoprire anche il Vermentino VRM, clicca qui: VRM – il Vermentino di QUARTOMORO | per un bicchiere

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