Siamo in ferie.
Negli anni le ferie sono cambiate, una volta erano mare e riposo, oggi rischi di tornare più stanco di quando sei partito: conosco gente che ha deciso di trascorrere le proprie ferie scalando le Ande, chi ha deciso di attraversare il Sahara a piedi, chi in bicicletta sta facendo il giro dell’Andalusia.
Noi no, noi siamo un po’ come una volta, abbinando però del vino al relax (e al lago, quello di Garda).
Tre le visite programmate in questi giorni di vacanza: a voi un breve racconto della prima.
Visita a Letrari, azienda che non ha bisogno di elogi da parte nostra perché i riconoscimenti importanti tappezzano le pareti della grande sala degustazioni.
Un’azienda famigliare, nata nel 1976 grazie a Leonello Letrari, enologo e uno dei maggiori protagonisti del Trentino vinicolo: suo il primo taglio bordolese del Trentino, il Fojaneghe, per la Cantina Bossi Fedrigotti. Fu un successo. Si conferma uomo di grande intuizione quando fonda, con altri 4 enologi, l’Equipe 5, uno spumante metodo classico con numeri da 500.000 bottiglie all’anno e quando decise di portare le barrique in Trentino.
Oggi l’enologo dell’azienda è la figlia Lucia, che ha sicuramente ereditato dal padre la passione e la voglia di ricerca.
La terza generazione è già in azienda: la nostra degustazione è stata infatti guidata da Margherita, figlia di Lucia (non preoccupatevi perché sta già crescendo anche chi continuerà a seguire la parte vigna/cantina).
In degustazione tutte le etichette dell’azienda (ad esclusione del 976) con diversi percorsi a libera scelta degli ospiti: noi abbiamo scelto quella da 5 vini (+1) e ora ve li racconto.
Il via con il Dosaggio Zero, uve Chardonnay con permanenza di 30 mesi sui lieviti: un bel movimento nel bicchiere con profumi di crosta di pane e frutti come mele e pere. Un sorso fresco con note più verso l’agrume giallo. Facilità di beva altissima.
Poi il Dosaggio Zero Riserva 2016, Chardonnay e Pinot Nero che stazionano sui lieviti per un periodo di oltre 50 mesi. Fine ed elegante, per nulla tagliente, con profumi di erbe aromatiche, sentori del bosco, l’immancabile nota di panificazione ed un gusto che si fa maturo con la mela gialla e toni tostati. L’agrume si fa più caldo con i toni che diventano arancioni. La nota acida si amalgama molto bene e dona vivacità senza essere dominante.
Son seguite poi le due versioni di Rosé. La versione base 2018, cuvée di Pinot Nero (brevemente macerato sulle bucce) e Chardonnay, affina sui lieviti per più di 24 mesi. Rosa antico ricco di frutti del bosco, lamponi, ribes e fragole sia al naso che al palato. Un sorso generoso e vispo. E non si dica che il rosé è un vino da femmina.. In seguito la versione Riserva +4, il vino firmato da Lucia Letrari e del quale mi sono innamorato. Chardonnay e Pinot Nero, oltre 60 mesi sui lieviti. Rosa antico con veli d’ambra. Al naso un’ampia palette di profumi di frutti: quelli del bosco, degli agrumi rosa, delle pesche. Poi, in leggerezza, le erbe aromatiche e la crosta di pane. Il sorso pieno, ricco e cremoso, nel quale dominano gli agrumi. Lo ripeto, mi sono innamorato di questo vino.
Siamo quasi arrivati.
5° ma non ultimo, il Quore 2015, uve Chardonnay in purezza e 60 mesi sui lieviti. Con lo Chardonnay ritorna la mela, qui più matura, in compagnia di frutta secca e punte di vaniglia. Bollicine molto molto fini che al sorso portano, con note di frutta secca, la freschezza e la vivacità di questa etichetta esempio di impegno e passione.
In chiusura il Moscato Rosa 2017, rarità enologica firmata da Lucia. Rosso rubino intenso. Profumo di rosa, di mora, poi spezie calde e scure. Un sorso denso e floreale con una punta di tannino. Perfettamente dolce. Eccezionale.
Che dire, la prima visita in cantina è andata benissimo: se il buon giorno si vede dal mattino, ci aspettano altre grandi giornate.
Tante altre info sul sito del produttore: Letrari | Vini e Spumanti Trentini TRENTODOC
Abbiamo conosciuto Lucia nel lontano 2017: scoprite cosa ci aveva raccontato Lucia LETRARI ed i suoi TRENTO DOC | per un bicchiere