La curiosità è lo stato dell’essere curioso.
La curiosità è il desiderio urgente che senti di sapere di più su qualcosa.
La curiosità di oggi è nata in noi scoprendo che non serve andar lontano per provare prodotti, sensazioni ed emozioni ritenute da sempre troppo distanti.
Quando abbiamo scoperto che sarebbe stato sufficiente andare in Toscana per assaggiare del TEMPRANILLO, la curiosità di averlo nei nostri calici ci ha spinti a volerne sapere di più su questo vitigno e sull’azienda PIETRO BECONCINI che lo coltiva e lo lavora egregiamente da 20 anni.
Siamo a San Miniato, a metà strada tra Pisa e Firenze: su terreni straordinari, ricchi di argilla bianca, di fossili di origine marina, di sabbia ed innumerevoli conchiglie, crescono faticosamente, ma con grande caparbietà, vitigni autoctoni ed internazionali.
L’azienda, nata nei primi anni ’50, nell’ultimo decennio del secolo scorso ha intrapreso un nuovo percorso, passando attraverso un intenso studio del terreno per capirne le potenzialità ed una dura selezione di vitigni locali, arrivando ad individuare quell’uva chiamata “X” per oltre 10 anni, nel TEMPRANILLO.
Molto probabilmente portato dagli spagnoli percorrendo la via Francigena, questo vitigno, franco di piede, si adatta nei secoli molto bene, amalgamando le caratteristiche ispaniche con quelle dei terreni sui quali cresce e matura: la morbidezza insita nel grappolo si completa con l’acidità e la mineralità/sapidità dei terreni.
L’azienda PIETRO BECONCINI produce 3 differenti espressioni di questo vitigno: noi oggi ve ne raccontiamo una.
FRESCO DI NERO, ottenuto da uve Tempranillo in purezza vendemmiate nell’estate 2015 (terza settimana di agosto), circa un mese prima della loro naturale maturazione per conservarne l’acidità nobile. Fermentazione in vasca di cemento a bassa temperatura ed a contatto con le bucce per 2 giorni, seguita da una maturazione sui lieviti, ancora in cemento, per 4 mesi, ed un successivo mese di affinamento in bottiglia prima di essere messo sul mercato.
Apriamo una delle 10.400 bottiglie prodotte ed assaggiamo.
Allo sguardo è di un brillante rosso ciliegia (ben matura).
I profumi che sprigiona sono molto intensi: una passeggiata nelle verdi colline tra rovi di more, piccole e dolci amarene e succose ciliegie. Leggere note fiorite di rosa ed una punta di matita.
Al palato la buona nota alcolica (12% vol.) precede una leggera e piacevole tannicità: i frutti rossi, la mora in prima fila con le sue piccole drupe non pienamente mature scoppiettanti al nostro morso, riempiono la bocca in armonia con aggraziate note minerali in un lungo finale. Il corpo moderato lo rende piacevole anche nelle occasioni più frivole.
Un vino sicuramente non impegnativo che potrà farvi compagnia in un aperitivo, servito molto freddo, accompagnando pesce alla griglia, salumi, o il famoso tartufo bianco di San Miniato.
Questo non è stato l’unico capitolo del racconto BECONCINI: ne seguiranno altri… continuate a seguirci.
Un sito internet molto ricco di informazioni che offre tantissimo al lettore; lo potete trovare qui: http://pietrobeconcini.com/