Con il bicchiere di oggi torniamo nuovamente nell’estremo nord Italia, in Valle d’Aosta, alle pendici del Monte Bianco, e conosciamo una prodotto realizzato dalla Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle della quale abbiamo già raccontato un po’ di storia e produzione in un precedente articolo (se siete curiosi lo trovate cliccando qui: http://www.perunbicchiere.it/2017/02/21/blanc-de-morgex-et-de-la-salle-cave-du-mont-blanc/#more-88).
Parliamo sempre volentieri di questa società cooperativa perché è impegnata da anni con pazienza, entusiasmo e grande passione nella sperimentazione e nella ricerca di prodotti unici, ribelli, che raccontano la tipicità “estrema” delle condizioni e del territorio nel quale crescono e vengono lavorate le viti la cui uva viene utilizzata per la realizzazione del vino che vi stiamo per raccontare.
Con il Prié Blanc, unico vitigno autoctono valdostano a bacca bianca e franco di piede, vendemmia 2012, è stato creato questo Metodo Classico Extra Brut che si lascia ammirare nel bicchiere nella sua brillante tonalità giallo paglierino con riflessi verdognoli perennemente agitati dalle innumerevoli e fini bollicine.
All’olfatto ci stupisce con la sua intensità e finezza: buccia di agrumi acerbi e note minerali si impadroniscono dei nostri ricettori lasciando solo un piccolo spiraglio a brevi sentori di pane fragrante.
Bottiglia degorgiata da circa un anno, al nostro palato, massaggiato dalle fitte ed abbondanti bollicine, si offre con un deciso amaro al quale fanno da cornice fresche note di pompelmo e leggere sensazioni di liquirizia; di buona acidità e persistenza.
Noi lo berremmo molto volentieri come aperitivo o come accompagnamento a pesce di fiume, anche leggermente affumicato.
Tutti i riferimenti dell’azienda li trovate qui: http://cavemontblanc.com/
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